Percorso CLASSIC

22 settembre 2024
89,7 km | 850 m+ | 4h

Tratti cronometrati: 2
Partenza: 7.00 – 9.00 am

Il classico non si batte. 

Scegli di affrontare l’iconico percorso di 89,7 chilometri della GreenFondo Paolo Bettini, vivendo a trecentosessanta gradi l’atmosfera affascinante del territorio geotermico. 

L’itinerario comincia scendendo verso sud in direzione del borgo di San Dalmazio e deviando poi per procedere verso Montecastelli Pisano e Monteguidi. Pedalando fino a Radicondoli, il tracciato attraversa boschi e natura incontaminata, spingendosi verso Castelnuovo Val di Cecina e poi ancora più in là verso Sasso Pisano. Risalendo in direzione di Pomarance si passa per Larderello e Montecerboli. 

Qui ci sono due tratti cronometrati: “Salisburgo” e “Stoccarda”.

 

Punti di interesse

San Dalmazio.
Costruito nelle vicinanze del monastero di San Dalmazio, l’antico borgo venne fondato nell’XI secolo intorno a un monastero di monache benedettine dedicato al santo.  Questo intrico di viuzze e stradine medievali nel 1849 ospitò il generale Giuseppe Garibaldi, durante una delle rocambolesche tappe per sfuggire agli austriaci, in seguito alla capitolazione della Repubblica Romana.

 

Castelnuovo val di Cecina
Un borgo circondato da folti boschi di castagno e riconoscibile per la sua caratteristica forma “a pigna”. Arroccato su una collina, è un magico intrico di case in pietra, scalette, stradine, compreso il particolare “chiassino”, il vicolo più stretto del mondo, largo appena cinquanta centimetri.

Larderello
Il paese sorge in quella che chiamano la “Valle del Diavolo”,  interessata da fenomeni boraciferi naturali come geysers e fumarole. Già nel 270 a.C., lo scrittore greco Licofrone racconta dell’esistenza di acque calde dalle proprietà medicamentose in Etruria ed è probabile che Dante Alighieri abbia immaginato l’Inferno dopo aver visitato questi luoghi. Intorno al 1827 l’industriale François Jacques de Larderel perfezionò la tecnica di estrazione dell’acido borico proprio dai fanghi dei cosiddetti “lagoni” per impiegarlo nella produzione di energia, una scoperta che proietto la Val di Cecina nel futuro delle risorse rinnovabili. 




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